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Armenia Cultura L’Invenzione dell’Alfabeto

L’Invenzione dell’Alfabeto

Per secoli sotto la dominazione straniera, i leader religiosi e politici armeni dovettero affrontare il difficile compito di mantenere vive le tradizioni cristiane e armene tra i loro compatrioti.
La nascente Chiesa Armena si imbatte` presto in un problema cruciale per la propria sopravvivenza: la maggior parte della popolazione non era in grado di comprendere la liturgia e la Scrittura sacra in lingua siriaca e greca.

Per questi motivi urgeva l’invenzione di un alfabeto che potesse rendere adeguatamente tutti I fonemi della lingua armena.

Inventore dell'alfabeto nell'anno 404 fu il monaco Mesrop Mashtotz. Dopo una lunga ricerca, segnata anche da insuccessi, dopo patimenti, suppliche e preghiere rivolte a Dio, la richiesta del monaco fu, ci dicono le fonti, esaudita. Per seguire le parole di uno storico armeno del tempo, Lazzaro di P‘arp, nel momento culminante della sua ispirazione il santo Mesrop vide «non un sogno nel sonno, né una visione nella veglia, ma nel laboratorio del suo cuore, una mano che, apparendo agli occhi dell'anima, tracciava le lettere...».

Nacque così l'alfabeto armeno, che un altro scrittore del V secolo, Koriun, discepolo prediletto di Mashtotz e suo biografo, ha definito «astvatsapargev», cioè «dono di Dio».
Le prime parole scritte nell’alfabeto armeno furono “ riconoscete la saggezza e I consigli, ascoltate le parole di un genio”.

E` sotto il lunghissimo Catholikos di Sahak I Partev (387-438), figlio di Nerses e discendente di Gregorio, che si realizzo` l’invenzione dell’alfabeto armeno. Per prima cosa S. Mesrop e il Catholicos Sahak il Grande posero mano alla traduzione della Sacra Scrittura in armeno. La versione della Bibbia fu fatta così bene che gli studiosi la definirono "Regina delle traduzioni".

Contemporaneamente alle versioni dei libri sacri vennero scritti vari libri da autori armeni riguardanti la storia, la filosofia e la religione cosicché il V° secolo fu molto ricco di opere letterarie di vari scrittori, gli storici Eliseo, Mosè di Khorene, Koriun, Pavstos, Lazzaro di Parpi; i filosofi e teologi Eznik e David l'Invitto, tanto che questo fu definito «Il secolo d'oro della letteratura armena».

La lingua scritta di quel tempo, chiamata armeno classico o grabar, rimase la lingua della letteratura (pur con significativi cambiamenti) sino al XIX secolo. Nel corso dei secoli, infatti, la lingua parlata si evolvette indipendentemente rispetto a quella scritta. A seguita delle numerose divisioni politiche e geografiche, si sono sviluppati vari dialetti, alcuni dei quali non sono mutualmente intellegibili.

All’opera di Mesrop Mashtots si deve anche la nascita di una "scuola" di scrittori e traduttori.
Il merito che i traduttori si acquistarono con la loro opera si riflette nella festa dedicata proprio ai "Santi Traduttori" dell’anno liturgico armeno.

L’invenzione dell’alfabeto non costiuisce solo un’operazione culturale, ser pur di straordinaria rilevanza. L’alfabeto armeno e` molto di piu`: e` il luogo teologico dell’identita` del popolo armeno, in quanto unisce il popolo e lo distingue da tutti gli altri.

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