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Armenia Storia Tigran Il Grande

Tigran Il Grande

Tigrane II d'Armenia, detto il Grande, è stato un sovrano della dinastia degli Artassidi che governò in Armenia dal 95 a.C. al 55 a.C.

Tigran il Grande, ricordato da Cicerone come “colui che fece tremare la Repubblica Romana”,
costruì un impero che si estendeva dal Mar Caspio al Mar Mediterraneo.

Tigran visse in qualità di ostaggio alla corte del re parto Mitridate II (che aveva sconfitto gli Armeni nel 105 a.C. ) fino all'età di 40 anni. Alla morte del suo predecessore, poté riscattare la propria libertà, dietro il rilascio di un riscatto di 2.000 talenti e con la cessione del territorio dell'Atropatene (l'attuale Azerbaijan ), che in precedenza erano territorio dei Parti.

Il suo legame con il Ponto fu rafforzato con l'unione matrimoniale con la figlia di Mitridate VI, Cleopatra. Il re di Cappadocia, Ariobarzane I, chiese l'aiuto di Roma, che fu immediato. Roma inviò il famoso generale romano Lucio Cornelio Silla che costrinse alla ritirata Tigrane e riportò Ariobarzane sul trono. Ma la guerra civile scoppiata a Roma nel 90 a.C. permise a Tigrane ed al suo alleato Mitridate VI di attraversare nuovamente l'Eufrate e costringere il legittimo sovrano di Cappadocia alla fuga.

Alla morte di Mitridate II d'Armenia, nell' 86 a.C., Tigrane approfittò della confusione del suo alleato, per riappropriarsi delle terre cedute e per espandere ulteriormente il suo regno con l'annessione del Gordiene e di parte della Mesopotamia, riportando sotto il dominio armeno quello che un tempo era il territorio dell'antica Urartu.

Nell'83 a.C., dopo un sanguinoso conflitto per il trono della Siria, governata dai Selgiuchidi, l'aristocrazia ellenica siriana decise di scegliere il sovrano armeno Tigrane il Grande come protectors del regno e gli offrì la corona di Siria[4]. Sotto il suo regno la Siria visse ottant'anni di pace e prosperità.

L'Armenia raggiunse il massimo fulgore e divenne uno fra i più potenti imperi al mondo.
L'espansione del regno e la ridefinizione dei suoi confini, necessitava di una nuova capitale localizzata più centralmente. Fu così che Tigrane studiò la creazione di una nuova capitale, nella parte meridionale dell'Armenia, che chiamò Tigranocerta (Tigranakert). Molti degli abitanti delle città conquistate furono trasferiti nella sua nuova metropoli. Secondo fonti antiche, la città era sontuosa e rivaleggiava con la mitica Ninive, piena di palazzi, giardini e parchi ed ai suoi piedi si trovavano enormi stalle per i cavalli.

Tigran II prese il titolo di re dei re che, secondo le loro monete, all'epoca non veniva assunto neppure dai re dei Parti.

Le sorti del regno di Tigrane furono legate al suo scontro con Roma, come conseguenza del suo appoggio a suo suocero Mitridate. Il generale romano Lucio Licinio Lucullo giunse in Asia e costrinse Mitridate, tradito dai suoi generali e dai suoi stessi figli, a trovare rifugio alla corte di Tigrane. La scelta di appoggiare Mitridate portò allo scontro con Roma.

Nel 66 a.C., le legioni romane di Pompeo invaderono l'Armenia maggiore e Tigrane fu costretto ad arrendersi accettando di far diventare il suo regno un protettorato romano. In questo periodo l'Armenia subisce l'influenza della cultura e della religione romana al punto che lo storico Strabone scriverà che tutti in Armenia parlano lo stesso linguaggio.

Tigrane II il Grande continuò a regnare sull'Armenia fino alla sua morte, e a lui succedette suo figlio Artavaside II.

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